Home C'era una volta Red Garland, un pianista troppo tenero per fare il pugile

Red Garland, un pianista troppo tenero per fare il pugile

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Il 13 maggio 1923 a Dallas, nel Texas, nasce il pianista William M. Garland, universalmente conosciuto come Red Garland.

Dal clarinetto al piano passando per la boxe

All’età di 17 anni Garland viene spinto dal padre a suonare il clarinetto, ma il ragazzo lo fa con scarsa convinzione, perché la sua passione è la boxe che pratica con costanza. Mentre gli studi del clarinetto procedono stancamente Garland incontra Buster Smith che gli fa scoprire il sax alto. Da Smith Red impara apprende a leggere bene la musica e a suonare blues. Nel 1941 decide di dedicarsi al pianoforte prendendo qualche lezione da John Lewis e Lee Barnes e ascoltando attentamente le incisioni di Nat King Cole, Count Basie, James P. Johnson, Fats Waller, Bud Powell, Art Tatum e Teddy Wilson. Nonostante tutto la boxe resta per lui l’impegno principale. Combatte in diverse località del Texas e della California, a Chicago e Detroit, ottenendo risultati discreti fino al giorno in cui, dovendosi battere con un amico, certo Rabbit, non ha il coraggio di metterlo K.O. e, anzi, perde ai punti il combattimento. È il suo trentunesimo match, ma il suo manager lo invita a lasciar perdere: troppo tenero per essere un buon pugile! Il pianoforte diventa così l’impegno principale di Red che, nel 1944, ottiene una scrittura al Rose Room di Dallas nell’orchestra di Buster Smith. L’anno seguente Hot Lips Page chiede a Smith il nome di un buon pianista e Buster non esita a cedergli Red. È l’inizio di una carriera straordinaria.

L’incontro con Miles Davis

Nel 1946 Garland suona per sei settimane nell’orchestra di Billy Eckstine, divenendo amico di Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Dexter Gordon, Gene Ammons, Sonny Stitt, Fats Navarro, Art Blakey. Suona poi per qualche tempo con Eddie “Lockjaw” Davis e dal 1947 al 1949 è il pianista fisso del Downbeat Club di Philadelphia e suona con il quintetto Parker-Davis, con Fats Navarro, con Flip Phillips, con Charlie Ventura, con Benny Harris, con Ben Webster, con John Coltrane. Alla maniera di tanti altri boppers vuole distinguersi in qualche maniera e decide di tingersi di rosso i capelli guadagnando il soprannome di Red. Nel 1949 entra nel gruppo diretto da Coleman Hawkins e Roy Eldridge e nello stesso periodo suona anche con Lester Young e Ben Webster. Nel mese di giugno del 1955 viene invitato da Miles Davis a una seduta di registrazione dove incontra Oscar Pettiford e Philly Joe Jones. Quattro mesi più tardi Davis forma un gruppo con John Coltrane, Red al piano, Paul Chambers al basso e Jones alla batteria che resta unito per quattro anni lasciando un segno significativo sulla intera produzione davisiana. Nel 1959 Red se ne va per formare un trio, ma la sua carriera è subordinata alla sua intenzione di occuparsi dei problemi di cura dei suoi genitori e soprattutto della madre semiparalizzata. Da quel momento limita le sue apparizioni a brevi ingaggi e rare esibizioni all’estero e a diverse sedute discografiche. Considerato uno dei pianisti più significativi del jazz moderno muore a Dallas il 23 aprile 1984.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".