Home C'era una volta Richie Powell, il pianista sfortunato

Richie Powell, il pianista sfortunato

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Il 5 settembre 1931 nasce a New York il pianista Richie Powell, all’anagrafe registrato con il nome di Richard Powell

Un inizio precoce

Figlio d’arte – sia il padre, William, che il fratello, Bud, suonano il piano – ha iniziato a pigiare sui tasti bianchi e neri in giovane età approfondendo poi gli studi nel City College di New York e con un maestro privato, W.F. Rawlins. Nei primi tempi viene aiutato da Jackie McLean del quale è grande amico. Dal 1949 al 1950 suona con Jimmy Carl Brown al Baby Grand Café di New York poi si sposta a Filadelfia fino al 1951 aggregandosi successivamente a formazioni di rhythm and blues come quella di Paul Williams. Nei primi mesi del 1952 entra a far parte del gruppo di Johnny Hodges e, verso la metà dell’anno viene scritturato da Clifford Brown per il quintetto formato con Harold Land, George Morrow e Max Roach.

Il successo breve

Il 2 agosto 1954 Richie entra per la prima volta in sala di registrazione con il quintetto di Brown. È l’inizio di una breve ma fruttifera collaborazione della quale restano molte testimonianze registrate. Proprio quando la sua stella sembra destinata a divenire sempre più luminosa, Richie trova la morte in un incidente automobilistico a Turnpike, in Pennsylvania, il 26 giugno 1956 nel quale muoiono anche Clifford e la di lui moglie Nancy.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".