Home News Sesso, il segreto in antichi pesci fossili

Sesso, il segreto in antichi pesci fossili

SHARE
fossili

Il sesso? Il segreto è contenuto in antichi pesci fossili. Ebbene sì, sembra proprio che il nostro modo di fare sesso sia dovuto ad un passaggio evolutivo di circa 385 milioni di anni fa. La scoperta si deve ai ricercatori della Flinders University in Australia del sud. I paleontologi australiani hanno scoperto che l’atto intimo del rapporto sessuale dagli esseri umani è dovuto ad un mutamento di antichi pesci corazzati, chiamati placodermi, avvenuto, appunto, circa 385 milioni di anni fa in Scozia.

Il sesso, un passaggio evolutivo di 385 milioni di anni fa

I fossili maschili della Microbrachius dicki, che appartengono ad un gruppo di placodermi, svilupparono, infatti, arti a forma di L ossee genitali chiamati appendici per trasferire lo sperma alle femmine. Le femmine, da parte loro, svilupparono piccole ossa accoppiate per bloccare gli organi maschili in vigore per l’accoppiamento.

I Placodermi, i primi antenati vertebrati degli esseri umani

“Fino a poco tempo fa lo studio sui Placodermi e sul loro gruppo di appartenenza portava ad un vicolo cieco, senza parenti “viventi”, ma dai recenti ritrovamenti fossili, gli  studi dimostrano che la nostra evoluzione è profondamente radicata nella famiglia dei placodermi e che molte delle caratteristiche che abbiamo – come le mascelle, i denti e gli arti abbinati – ci portano a pensare che le nostre origini siano davvero molto vicine a questo gruppo di pesci “, ha dichiarato John Long, paleontologo della Flinders University che ha guidato la ricerca. Questa nuova scoperta, ha aggiunto, dimostra che “questi hanno posto le basi dell’atto intimo e del modo di praticare il rapporto sessuale”.

Matt Friedman, paleobiologo dalla Oxford University in Gran Bretagna, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha dichiarato che la scoperta e le conclusioni che ne scaturiscono sono “a dir poco straordinarie” e sostiene che tutto ciò suggerisce di dedicare una maggior attenzione allo studio dei pesci fossili, perché proprio da questi si può imparare ancora moltissimo sull’evoluzione.

Una scoperta sorprendente per la storia dell’evoluzione

Una curiosità descritta, sul suo studio pubblicato sulla rivista Nature, è che Long John ha scoperto le capacità di accoppiamento degli antichi pesci “inciampando” su un  osso fossile nelle collezioni dell’Università di Tecnologia di Tallinn, in Estonia, l’anno scorso. La ricerca ha, poi, coinvolto scienziati provenienti da Australia, Estonia, Gran Bretagna, Svezia e Cina, che hanno analizzato campioni di fossili da collezioni museali di tutto il mondo.

Proprio questi studi hanno in sostanza dimostrato il primo modo di fare letteralmente sesso come strategia riproduttiva nota nella documentazione fossile. Il pesce fossile studiato misura circa 8 cm di lunghezza, si chiama Microbrachius ed è vissuto negli antichi habitat del lago in Scozia, così come in alcune zone dell’ Estonia e della Cina.

Dai Microbrachius la risposta alla riproduzione

“Microbrachius” significa letteralmente piccole braccia ma i ricercatori non si sono mai spiegati a cosa potessero servire quella coppia di braccia ossute posizionate proprio in quel punto.

“Abbiamo risolto questo grande mistero”, sostengono ora i paleontologi. “Erano lì per l’accoppiamento, in modo che il maschio potesse posizionare le sue appendici nella zona genitale femminile”.

In una delle scoperte più bizzarre dello studio, i paleontologi hanno altresì dimostrato che i pesci, probabilmente, avevano copulato in una posizione laterale con le ossute braccia snodate bloccate insieme. “Questo ha permesso ai maschi di manovrare i loro organi genitali nella posizione giusta per l’accoppiamento”.