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Sport e Cultura, parola a Olimpiazzurra

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Gianluca Santo e Nicolò Persico raccontano la loro visione dello sport come fenomeno culturale

Per quanto riguarda l’appuntamento settimanale della rubrica Eco-cultura, questa volta Daily Green si è soffermata sulle discipline agonistiche, sulla cultura sportiva e sul modo di raccontarlo al tempo di Internet. Per approfondire questi aspetti legati allo sport, siamo andati a intervistare due giovani redattori del web magazine Olimpiazzurra, Gianluca Santo e Nicolò Persico, che ci hanno raccontato sia della loro collaborazione con questa testata che delle discipline sportive che seguono per il loro giornale telematico.

Lo sport come fenomeno culturale

Gianluca e Nicolò, innanzitutto volevo farvi una domanda di carattere generale. Com’è nata la vostra collaborazione con Olimpiazzurra?
Nicolò: Nell’inverno della stagione 2012/2013, da buon appassionato di biathlon, seguivo la rubrica Caro Diario tenuta da Lukas Hofer (e ora passata in eredità a Dominik Windisch) per Olimpiazzurra, nella quale raccontava le sue sensazioni durante la stagione invernale: al termine della sessione dei miei esami universitari ho voluto contattare il direttore (Federico Militello) per saperne di più e, dopo un periodo di prova, mi sono unito ai redattori già presenti in questo splendido e ambizioso progetto che cerca di dare uguale spazio a tutti gli sport.
Gianluca: È iniziata sin dalla nascita del blog nel novembre 2010. In precedenza tenevo un blog con alcuni amici quando ci è stato proposto di entrare a far parte di questo progetto. Di fatto mi consentiva di avere maggiore visibilità, pur continuando a seguire tutti i miei sport preferiti. “Tutti gli sport hanno la stessa dignità”, questo è il nostro motto: proviamo sempre a dare spazio a tutti gli atleti che fanno grandi sacrifici!

Andiamo a fare un bilancio della stagione di Biathlon 2013/2014 che si è appena conclusa. Tra gli uomini, conferma al vertice del francese Martin Fourcade e il ritorno al successo nella Coppa generale della finlandese Kaisa Makarainen tra le donne. E in mezzo le Olimpiadi di Sochi. Insomma, un anno denso di avvenimenti per questo sport.
Nicolò: L’evento più importante a livello stagionale è stato certamente quello Olimpico di Sochi: in campo maschile i punti di riferimento dei Giochi sono stati certamente Martin Fourcade e Ole Einar Bjorndalen. Il primo ha conquistato due ori e un argento a Sochi e ciò che più impressiona del francese è la continuità di rendimento: infatti, durante la stagione, ha maturato numerose vittorie e podi, meritando la terza sfera di cristallo consecutiva.

Vi è poi Bjorndalen, capace a 40 anni di conquistare un oro che gli ha dato la consapevolezza di essere ancora uno dei migliori nel circuito, per cui il ritiro può attendere ancora un paio d’anni. Per quanto riguarda le donne la bielorussa Darya Domracheva ha avuto il picco di forma al momento giusto, rivelandosi la regina dei Giochi con tre ori. Kaisa Makarainen è entrata nella migliore condizione nelle tappe finali, e grazie a una grande rimonta ha avuto la meglio di Tora Berger, in una sfida emozionante fino all’ultima gara. Una stagione particolare quella femminile di quest’anno, che ha visto Gabriela Soukalova a lungo al comando per poi cedere la vetta dopo le Olimpiadi, anche per via di alcuni malanni.
Gianluca: Dato che il mio collega ha già detto tutto, mi soffermo sulle cose che mi hanno colpito maggiormente.

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Gianluca Santo

Non posso che iniziare da Ole Einar Bjørndalen, un vero e proprio mito per me sin da quando ero piccolo. Ogni suo successo è una vera gioia, figlio di un lavoro pazzesco che sta alle spalle di questo grande campione, che, a 40 anni, è ancora lì a lottare con i migliori. In campo femminile non mi aspettavo il bis di Kaisa Mäkäräinen ma è stata una piacevole sorpresa. Straordinaria, invece, la prova di forza di Darya Domracheva alle Olimpiadi: la dimostrazione che quando tutto gira per il verso giusto le avversarie non possono che stare a guardare. Deve ancora sistemare qualcosa per la prima Coppa del mondo generale, ma potrebbe aver acquisito la maturità necessaria per arrivare a questo importante traguardo.

Il bilancio degli azzurri. Lukas Hofer al primo trionfo in IBU World Cup ad Anterselva, la medaglia di bronzo alle Olimpiadi nella mixed relay e tanti buoni piazzamenti considerata la giovane età dei nostri biathleti. Quali le vostre impressioni sui nostri portacolori e su cosa bisogna migliorare per rimanere stabilmente al top di questo sport?
Nicolò: Stagione sicuramente positiva per gli azzurri, soprattutto per come è stata costruita la medaglia di bronzo alle Olimpiadi. Il dato più confortante di questa stagione è il fatto che ce la siamo meritata e che non sia una sorpresa. “Luki” Hofer in Coppa del Mondo è riuscito a sbloccarsi grazie alla vittoria davanti al pubblico di casa. Diverse volte in stagione ha tenuto testa con i migliori, anche se manca ancora uno step sulla continuità per lottare con i grandi per la sfera di cristallo.

Dominik Windisch è cresciuto sugli sci, anche se non ha saputo trovare le sensazioni giuste e le percentuali al tiro. Per quanto riguarda le donne, Karin Oberhofer ha saputo battersi bene ai Giochi dopo una stagione sfortunata, dimostrando di essere competitiva nei grandi appuntamenti. Alla prima stagione senza problemi fisici, Dorothea Wierer ha centrato addirittura il suo primo podio in carriera: per la formidabile tiratrice, un passo in avanti sugli sci la porterebbe a giocarsela con le migliori. Dovrà essere monitorata la sua crescita, così come quella di Nicole Gontier e di Lisa Vittozzi (campionessa del mondo youth), che non dovranno far rimpiangere il ritiro della veterana Michela Ponza, la loro “tutor” nelle ultime stagioni.
Gianluca: Una stagione che per gli azzurri non può che essere positiva. La medaglia Olimpica, e i vari piazzamenti, testimoniano l’ottimo stato di salute del movimento, a differenza di altre discipline invernali magari più conosciute. Per quanto riguarda Hofer, attualmente è più un cacciatore di tappe che un contender per la classifica generale, ma la concorrenza per la prima posizione nella generale è altissima. Anche Dominik Windisch si sta facendo vedere spesso nelle posizioni che contano, e ha ottenuto una vittoria importante chiudendo l’ultimo bersaglio della staffetta mista alle Olimpiadi: per lui non son stati momenti facilissimi prima di colpire la sagoma nera. Tra le donne Dorothea Wierer sembra ormai in rampa di lancio per diventare una big, mentre Karin Oberhofer, quand’è in forma, può fare male a tante. Per loro, come per i maschi, essenziale avere percentuali elevate al poligono. Per la prossima stagione attenzione alla giovane Lisa Vittozzi e a Nicole Gontier, penalizzata da problemi fisici quest’anno.

La vostra attività non si ferma al solo Biathlon ma comprende anche altre discipline sia tra gli sport invernali che tra quelli estivi. Sci alpino e ciclismo su tutti ma non solo…
Nicolò: Ovviamente sono appassionato di calcio come tutti gli amanti dello sport: l’Inter è la squadra del cuore, ma ho una simpatia anche per il Verona e il Palermo.

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Nicolò Persico

Seguo anche il tennis, in particolare gli atleti azzurri impegnati nel circuito professionistico dell’ATP. Da tifoso storico di Andreas Seppi, sono affascinato per la personalità e i colpi di Fabio Fognini, così come, in campo femminile, la costanza di Camila Giorgi. In questo periodo di playoff mi piace guardare anche il Basket, in particolare sono tifoso di Brooklyn, Lakers e Milano.
Gianluca: Mi appassionano praticamente tutti gli sport, si può dire che la sfida è il mio pane quotidiano. Sia lo sport professionistico che quello praticato, anche se in questo momento alcuni piccoli problemi fisici mi hanno costretto ai box. Tra i miei sport preferiti figura sicuramente il ciclismo: nonostante tutto quello che è successo, in ogni gara rimango letteralmente stregato da quello che fanno i corridori.

Domanda da un milione di dollari. Sogni nel cassetto?
Nicolò: Ne avrei tanti, in particolare permettere la crescita mediatica di uno sport emotivo come il biathlon, magari realizzando un libro-manuale a quattro mani con Gianluca e, eventualmente, con la collaborazione di un maestro di biathlon nelle scuole di sci. Poi sicuramente la valorizzazione del progetto Olimpiazzurra, che ci permetta di poter cambiare la cultura sportiva italiana. Infine, da studente di economia, mi auguro di poter realizzare una start-up centrata sullo sport in modo tale da poter coniugare le mie più grandi passioni in un lavoro piacevole e motivante.
Gianluca: Tanti, come credo sia giusto averne a 19 anni. Alcuni preferisco tenerli per me, ma sicuramente spero di vivere lo sport per tutta la vita, come appassionato e tifoso, sempre ligio ai miei ideali. Così come per quanto riguarda anche altri ambiti.