Home C'era una volta Tony Fruscella, il trombettista cui la vita non ha regalato nulla

Tony Fruscella, il trombettista cui la vita non ha regalato nulla

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Il 14 agosto 1969 muore a soli quarantadue anni il trombettista Tony Fruscella, considerato una delle grandi promesse del bop.

L’orfanotrofio

Il destino non è tenero con lui. Nato a Orangeburg, New York, il 4 febbraio 1927 passa i suoi primi quattordici anni in un orfanotrofio dedicandosi allo studio della musica sotto la guida di Jerome Cnuddle. Ha modo poi di dimostrare la sua abilità a diciotto anni quando, arruolato nelle forze armate all’età, suona nella banda militare. Le sue qualità non passano inosservate e, dopo il congedo, Fruscella suona con alcuni dei migliori protagonisti del jazz di quel periodo da Lester Young, a Gerry Mulligan che ha da poco sciolto il sodalizio con Chet Baker sostituendolo con Bob Brookmeyer e Stan Getz.

I primi successi

Con il quartetto di Mulligan Tony si mette in luce nel luglio del 1954 in occasione della prima edizione del festival del Jazz di Newport; mentre con Getz incide l’album The Steamer, cui partecipano anche Bob Brookmeyer, John Williams e Alan Levitt. Con la fine degli anni Cinquanta l’attività di Fruscella si dirada. Inizia ad avere gravi problemi di salute che lo portano in ospedale tra la primavera e l’estate del 1969 per una cirrosi epatica cui si aggiungono problemi cardiaci. Dopo essere stato dimesso il 14 agosto 1969 muore in casa di un amico.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".