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Canapa: tra vivaismo, biomassa e progetti di ricerca

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Canapa, l'esperienza di Fioridoro

Usata in medicina e in cosmesi per le sue proprietà lenitive, emollienti ed idratanti e come antinfiammatorio naturale. Ottimo rimedio naturale contro l’insonnia e contrasta mal di testa e stress.

Parliamo della Cannabis, la pianta delle angiosperme dove il giro d’affari di quella industriale (con un contenuto di THC limitato) in Italia è di circa 100 milioni di euro.

Un settore che ha attirato l’attenzione del giovane agronomo Pierluigi Santoro, classe 84: dopo aver vissuto, studiato e lavorato in varie parti del mondo (Usa, Europa, Brasile e Cina) ritorna in Italia (dove la cannabis è ancora un tabù) e fonda una sua azienda, Fioridoro.

“Fioridoro è una impresa vivaistica che si occupa della riproduzione di piante di cannabis certificate. La base – prosegue Santoro  – si trova a Grottaglie, nel tarantino, dove a parte il vivaismo, si produce in pieno campo la biomassa di canapa ai fini estrattivi per rivederla ad aziende estrattive. Le altre sedi si trovano a Napoli, dove avviene la maggior parte delle produzione delle giovani piante e a Viareggio, luogo di laboratorio di micropropagazione e di ricerca e sviluppo.

Attualmente la superficie coltivata è di 90 ettari (compresi i campi e le serre di Fioridoro e i campi dei vari clienti). La maggior parte delle coltivazioni si trovano in Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana.

“L’Italia è un mercato promettente. – dichiara Santoro  – Il valore economico della canapa  industriale non è certo da sottovalutare considerando poi tutti i possibili usi e l’indotto aiuterebbe lo stato a superare la crisi di Covid.

Il settore della canapa ha un grandissimo potenziale ma bisogna migliorare le leggi esistenti e crearne delle nuove. Investire su questo settore potrebbe aiutare il nostro Paese a risollevarsi. Inoltre, il mondo della cannabis non è solo pianta ma anche tutto quello ruota attorno alla sua meccanizzazione. Per esempio, le attrezzature per l’estrazione si potrebbero produrre anche l’Italia.

Il nostro Paese potrebbe davvero diventare un punto di riferimento per l’Europa ed il Mediterraneo, soprattutto il sud perché le zone climatiche meridionali sono le più adatte alla crescita di questa specie vegetale”.

Pierluigi ci crede, tanto da far parte del CSI  – Canapa Sativa Italia –  una delle prime associazioni riconosciute dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che raggruppa produttori italiani di canapa industriale.

Negli scorsi mesi il sottosegretario di Stato al MIPAAF,  l’onorevole Giuseppe L’Abbate ha fortemente voluto istituire un tavolo tecnico della canapa (come avviene per gli altri settori agricoli). Gli stessi operatori del settore, il 22 maggio si sono riuniti ed hanno nominato 6 rappresentanti per svolgere il ruolo di portavoce e rivolgersi alle associazioni agricole, organi di controllo ed al mondo della ricerca. La CSI ha nominato Pierluigi Santoro direttore tecnico per le sue conoscenze nel settore e per la sua esperienza in campo con l’azienda Fioridoro.

“Fioridoro ha la mission di produrre piantine di altissima qualità a costi contenuti, il suo compito è il miglioramento genetico delle piante per aumentare la produttività e qualità della cannabis. – conclude Santoro – Inoltre, l’azienda sta mettendo su un team di giovani che credono nel progetto dal nord al sud, dalla comunicazione all’agronomia, il team è già composto da 7 persone, ma l’organico dovrebbe ampliarsi”

La Fioridoro, infine, si occupa anche di ricerca e sviluppo. Ultimamente ha stretto un accordo con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche per sviluppando nuove varietà che saranno poi registrate nel catalogo Europeo e in grado di avere performance migliori in termini di cannabinoidi e produzione di biomassa.