Home C'era una volta Bernard Addison, chitarrista con la tecnica del banjo

Bernard Addison, chitarrista con la tecnica del banjo

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Il 15 aprile 1905 ad Annapolis, in Maryland, nasce il chitarrista Bernard Addison, tra i protagonisti dell’evoluzione del jazz delle origini verso lo swing.

Gli inizi al banjo

Prima di dedicarsi alla chitarra Addison si esibisce a lungo al banjo, con il quale debutta a Washington verso il 1920 con l’orchestra di Oliver Blackfield e in seguito con quella di Claude Hopkins. Quest’ultima era una delle migliori orchestre in circolazione fra gli anni Venti e Trenta. Con Hopkins, Addison può affinare il suo stile e realizzare il passaggio dal banjo alla chitarra che gli consente di inserirsi più liberamente in quei gruppi che stavano realizzando il passaggio dall’età arcaica del jazz allo swing. Anche la militanza nella Blue Rhythm Band di Edward Small serve al chitarrista per ampliare le sue vedute musicali, mentre le scritture successive con Armstrong, Fletcher Henderson e Adrian Rollini, nel 1935, gli permettono di meglio intendere la funzione della chitarra nella logica dell’assetto orchestrale.

Con i Mills Brothers

Dal 1936 diventa uno degli accompagnatori del gruppo vocale dei Mills Brothers, forse il più celebre quartetto della storia del jazz, dove tuttavia le sue capacità di solista non hanno molta possibilità espressiva. Maggior libertà gli viene invece concessa da Benny Carter e da Stuff Smith, con i quali suona per qualche tempo, prima di intraprendere la carriera del free-lance. Il suo stile risente della tecnica del banjo e gli permette di variare sull’armonia con grande perspicacia e ricchezza di notazioni, e anche di uscire in assolo con una tecnica che allo stile compatto dei block-chords accoppia l’eleganza tecnica del single string. Muore il 18 dicembre 1990.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".