Home C'era una volta Big Joe Williams, la strada è l’anima del blues

Big Joe Williams, la strada è l’anima del blues

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Il 16 ottobre 1903 a Crawford, nel Mississippi, nasce il bluesman Joe Lee Williams, più conosciuto con il nome di Big Joe Williams.

Un bluesman itinerante

Nel 1918 Big Joe fugge da casa per andare a lavorare nei cantieri di consolidamento degli argini fluviali. È già in grado di suonare e cantare ottimamente il blues, tant’è vero che si afferma presto come uno degli intrattenitori musicali più brillanti della zona di Greenville. Intorno al 1921 e nella zona dei Piney Woods, dove si esibisce per gli operai delle ferrovie e per i boscaioli delle segherie. Poco dopo è in Louisiana e in Alabama come bluesman itinerante. Qui si stabilisce per breve tempo a Mobile, soprattutto nei locali della Davis Avenue, dove suona con Jaybird Coleman e George “Bullet” Williams. Nel 1925 va in Mississippi, dove si associa per poco tempo col pianista Little Brother Montgomery e poi in Louisiana, dove conosce Leadbelly quindi in Texas, Georgia e di nuovo nel Mississippi. Nel 1928 è a St. Louis nel Missouri, dove mantiene la sua base d’appoggio fino al 1949. In città conosce altri musicisti di blues come Walter Davis, J.D Short, Henry Townsend e St. Louis Bessie, ma torna presto sulla strada, a partire dal 1933.

Una leggenda vivente

Ben presto Memphis e New Orleans, con le loro maggiori possibilità lavorative per un chitarrista, diventano le città prescelte per le sue soste musicali nei luoghi di svago o all’angolo delle strade. Le severe leggi razziste del Sud prevedono l’arresto dei neri che la notte vagabondano per i campi e le porte delle prigioni si aprono spesso per l’irrequieto bluesman itinerante. Ad Angola, penitenziario di Stato della Louisiana, ritrova Leadbelly e ha modo di rinvigorire le radici popolari della sua musica. Nel 1935 a Chicago incontra e si unisce all’armonicista John Lee Sonny Boy Williamson. Intorno al 1940 adotta la sua tipica ed originalissima chitarra a nove corde, si unisce spesso in duetti col più giovane Lazy Lucas e si spinge in Illinois più volte per esibirsi nei locali di Chicago o nelle sale di registrazione. Dal 1949 i suoi vagabondaggi hanno come punto di partenza la regione settentrionale del Delta, in Mississippi. Nonostante un album inciso nel 1956, la sua popolarità diminuisce verso la metà degli anni Cinquanta, per poi crescere di nuovo prepotentemente a partire dal 1960, anno in cui incomincia a esibirsi nei locali californiani. Negli anni Sessanta e Settanta ottiene un grande successo in Europa dove è considerato una delle ultime “leggende viventi” del blues. Muore a Macon, il 17 dicembre 1982.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".