Home C'era una volta Brew Moore, un sax sottovalutato

Brew Moore, un sax sottovalutato

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Il 26 marzo 1924 a Indianola, nel Mississippi, nasce il sassofonista Brew Moore, registrato all’anagrafe con il nome di Milton Aubrey Moore jr.

Gli inizi all’armonica

Moore inizia a sette anni a suonare soffiando in un’armonica regalata della madre e continua poi a scuola dove viene inserito nell’orchestra quando ha undici anni. Sette anni più tardi ottiene il primo ingaggio professionale nell’orchestra dixieland di Fred Ford e, immediatamente dopo, nel gruppo di Will Stump. Trasferitosi a New York nel 1943, forma un quartetto che non ha gran fortuna. Suona per alcuni mesi con Claude Thornhill e appare in locali come il Roost e il Bop City con Gerry Mulligan e con Kai Winding partecipando abbastanza frequentemente anche a jam session e sedute di incisione. Non ha una carriera facile e, pur essendo considerato da molti critici e anche da un pubblico abbastanza numeroso un sassofonista di grandi possibilità, viene sottovalutato da impresari e spesso anche da colleghi. Lui non si preoccupa troppo e frequenta Lennie Tristano e Warne Marsh assimilandone gli insegnamenti. Appare qualche volta all’Open Door nel Greenwich Village nel 1952 e nel 1953 decidendo poi di trasferirsi sulla West Coast ove la sua attività diviene più regolare, sia come leader di una piccola formazione, sia come solista avendo occasione di esibirsi in molti locali di San Francisco, soprattutto nella seconda metà degli anni Cinquanta.

Tra USA ed Europa

Nel 1961 decide di trasferirsi in Europa seguendo l’esempio di molti altri musicisti ormai di casa nel Vecchio Continente e per diverso tempo si esibisce al Blue Note di Parigi con Kenny Clarke. L’anno dopo è in Danimarca dove viene ingaggiato dal Café Montmartre. Nel 1964 ritorna sulla West Coast dove però rimane breve tempo suonando con Buddy Greco. Nel 1965 riparte per la Danimarca ove fissa la sua residenza. Questa seconda parentesi europea si prolunga fino al 1967 quando Moore decide di tornare in patria fermandosi questa volta a New York dove per un paio di anni si esibisce al Joey Archer’s Sport Corner per poi passare al Blue Note, dal 1968 al 1969. Nel 1970 suona nel gruppo di Johnny Robinson esibendosi al Limelight nel Greenwich Village. Nello stesso anno riparte per l’Europa stabilendosi ancora una volta in Scandinavia. Nel 1972 è costretto a riprendere la strada per gli Stati Uniti, essendogli morto il padre, ma anche questa volta, dopo una permanenza abbastanza breve nel Mississippi e un’apparizione ancor più rapida a New York, riparte per Copenaghen dove trova la morte per una banale caduta per le scale il 17 agosto 1973.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".