Home C'era una volta Clarence Garlow, detto Bon Ton

Clarence Garlow, detto Bon Ton

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Il 27 dicembre 1911 a Welsh, in Louisiana, nasce il cantante e chitarrista di blues Clarence Joseph Garlow, più conosciuto come Clarence “Bon Ton” Garlow.

Non soltanto blues

Originale interprete della musica popolare del sud, Clarence Garlow non ha mai limitato il proprio repertorio al blues, ma anzi si è spesso espresso nei generi più vari compreso il rock. In particolare si è cimentato con successo nello zydeco di cui è stato insieme a Big Morris Chenier e Boozoo Chavis tra i primi grandi interpreti. Figlio di un cantante e leader di una piccola orchestra locale, inizia a interessarsi alla musica all’età di otto anni. Impara prima a suonare il violino, quindi la fisarmonica e la chitarra, e si esibisce nell’area di Beaumont nel Texas, dove si è nel frattempo trasferito con la famiglia. Dopo un breve periodo di inattività si dedica professionalmente alla musica sotto la spinta di T-Bone Walker che rimane il suo maggior ispiratore alla chitarra.

Da musicista a riparatore di televisori

Nel 1949 registra per Macy’s Bon Ton Roula, il brano con il quale ottiene un grande successo e che gli regala lo pseudonimo di Bon Ton. Alla luce dell’imprevista fortuna adegua anche il nome del gruppo con il quale si esibisce nel Texas e nella Louisiana che diventa Bon Ton Boys. Durante gli anni Cinquanta registra molti dischi. Scritturato come disc-jockey dalla stazione radio KJET di Beaumont, produce e realizza un proprio spettacolo che dura per molti anni e che si intitola “Bon Ton Show”. All’inizio degli anni Sessanta con l’avvento di nuove tendenze musicali dopo aver registrato con T Baby Green abbandona l’attività musicale e si dedica a quella di tecnico riparatore di televisori. Non abbandona del tutto la musica e di tanto in tanto torna sul palco. Nel 1984 si esibisce al San Francisco Blues Festival. Muore il 24 luglio 1986 a Beaumont, in Texas.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".