Home C'era una volta Curtis Fuller, il trombone nato con i boppers

Curtis Fuller, il trombone nato con i boppers

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Il 15 dicembre 1934 a Detroit, nel Michigan, nasce il trombonista Curtis Fuller, registrato all’anagrafe con il nome di Curtis Dubois Fuller.

Il fraseggio nel be bop

Trombonista fra i più attivi del jazz moderno, Fuller appartiene a quella generazione immediatamente successiva a Jay Jay Johnson che ha introdotto il fraseggio tipico dei boppers nel linguaggio di uno strumento ostico di fronte alle innovazioni stilistiche. All’interno della classica formazione be bop, costituita in genere da tromba e sassofono con l’aggiunta della sezione ritmica, il trombone entra solo quando gli strumentisti riescono a dare al loro linguaggio un dettato più rapido e improvviso in modo che il fraseggio possa adeguarsi alle nervose pulsazioni della batteria. Per questo Curtis Fuller sceglie di suonare nei gruppi di Yuseef Lateef e Kenny Burrell in modo da affinare le sue doti solistiche. L’incontro con Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Cannonball Adderley e Gil Evans poi completa la sua formazione.

Miles Davis e gli altri

Determinante per Fuller è nel 1957 il sodalizio con Miles Davis che ha già superato le barriere del bop e va orientandosi verso un jazz più riflessivo e cerebrale. Fuller se ne avvale e raffina ancora di più il suo eloquio. Via via che chiarisce a se stesso i significati della propria musica, assimila gli stili che più lo coinvolgono agli inizi degli anni Sessanta in particolare la sonorità di Art Farmer e il sound che emerge dall’incontro di quest’ultimo con Benny Golson. Fuller vive poi anche una più vasta avventura musicale con l’orchestra di Quincy Jones prima di entrare in quella precisa macchina ritmica che sono i Jazz Messengers di Art Blakey. Con questo gruppo, egli registra nel febbraio del 1964 quel brano, Free For All, che resterà nella storia del jazz fra le esecuzioni più vive della sua lunga carriera. Muore l’8 maggio 2021 a Detroit, nel Michigan.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".