Home C'era una volta Eddie DeHaas, il jazzista nato all’isola di Giava

Eddie DeHaas, il jazzista nato all’isola di Giava

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Il 21 febbraio 1930 nasce Bandung, sull’Isola di Giava, Eddie DeHaas, uno dei più apprezzati bassisti della scena jazz del dopoguerra.

La pratica più degli studi

Prevalentemente autodidatta Eddie De Haas ha all’attivo solo un brevissimo periodo di studi musicali dal 1950 al 1955 anche se la sua attività comincia prima. Dal 1942 al 1945 infatti suona con lo Hawaiian Ensemble,e nel 1946 entra a far parte del sestetto di Rob Pronk. Tra il 1948 e il 1950, trasferitosi in Olanda, suona con il quartetto di Rob Madna. Nel 1951 collabora con Pia Beck e Wally Bishop e l’anno partecipa a una lunga tournée con i Bill Coleman All Stars. Trasferitosi a Parigi tra il 1952 e il 1955 suona con molti dei più popolari jazzisti di quel periodo, da Dizzy Gillespie a Herb Jeffries, da Don Byas a Martial Solal, a Henri Renaud a tanti altri. Tra il 1955 e il 1956 se ne va in tournée con il trombettista Chet Baker e nel febbraio del 1957 si trasferisce negli Stati Uniti dove suona con Larry Sonn, Terry Gibbs, Blossom Dearie, Miles Davis e Bernard Peiffer.

Instancabile giramondo

Nel 1958 collabora con Kay Winding, Benny Goodman, Toshiko Akiyoshi e l’anno dopo con Chris Connor, Bobby Jaspar, Attila Zoller, Kenny Burrell e Roy Haynes. Proprio con Hynes resta fino al 1961 quando passa al fianco di Peter Nero. Nel 1962 suona con Johnny Mathis e compie una lunga tournée con il gruppo di Peter, Paul & Mary. Tra il 1964 e il 1965 va in tournée con Gene Krupa e nel 1966 collabora con Clark Terry, Roy Eldridge, Zoot Sims e Illinois Jacquet. Tornato in Europa per un breve periodo si stabilisce a Colonia con l’orchestra di Kurt Edelhagen. Nel 1967 partecipa alla tournée asiatica dei Dukes of Dixieland. Dopo tanto girovagare decide di fermarsi un po’ e a partire dal 1968 suona prevalentemente nei gruppi dei locali notturni con contratti stagionali.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".