Home C'era una volta Jim Hall, il Poeta del jazz

Jim Hall, il Poeta del jazz

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Il 4 dicembre 1930 a Buffalo, New York, nasce il chitarrista Jim Hall, registrato all’anagrafe con il nome di James Stanley Hall.

Un talento giovanile

Nato in una famiglia di musicisti – il padre suonava il violino, la madre il piano e lo zio la chitarra – Jim inizia a dieci anni lo studio della chitarra dimostrando immediatamente una grande attitudine per lo strumento. Già a tredici anni ottiene le prime scritture in orchestre da ballo. Nel 1946 1a sua famiglia si trasferisce a Cleveland e Jim ne approfitta per studiare al Cleveland Institute Of Music ottenendovi il diploma mentre continua da solo lo studio dello strumento. È di quest’epoca la scoperta da parte di Hall di Django Reinhardt la cui impronta contribuisce non poco allo sviluppo del suo stile. Nel marzo del 1955 si sposta a Los Angeles dove suona con il quartetto di Bob Hardway, con l’orchestra di Ken Hanna e con l’ottetto di Dave Pell. Viene poi scritturato da Chico Hamilton su raccomandazione di John Grass. Rimane con lui per circa un anno e mezzo, poi che si dedica di nuovo allo studio nella School Of Jazz di Lenox fino al 1959, quando ottiene un’altra scrittura di grande rilievo da Jimmy Giuffre. Dal 1960 al 1961 suona in duo con Lee Konitz per passare poi con Sonny Rollins con il quale resta fino all’inizio del 1962. Nello stesso anno suona con il quartetto di Art Farmer, ma contemporaneamente forma un trio con Tommy Flanagan e Percy Heath o Ron Carter nel 1962 e 1963 e con Red Mitchell e Colin Bailey nel 1965.

La sosta e il ritorno

A questo punto decide che ne ha abbastanza di andare in giro per il mondo e si sistema a New York accettando lavori televisivi e suonando saltuariamente nel 1966 in duo con i bassisti Jack Six o Ron Carter. La scelta provoca un prevedibile calo di notorietà che lo convince negli anni Settanta a riprendere con maggiore intensità incidendo diversi dischi e apparendo con regolarità in jazz club e in festival. Pochi chitarristi al mondo hanno goduto di un favore tanto universale quanto Jim Hall che per ben sei volte ha vinto il prestigioso referendum della rivista “Down Beat”. Il suo stile, inizialmente influenzato da Charlie Christian, si è evoluto in modo unico e personale grazie a una tecnica ineccepibile sia nei tempi veloci che nei brani lenti ove si avverte chiaramente quanto profondo sia l’amore di Hall per il blues. Tra i momenti cose migliori di questo musicista che qualcuno ha voluto battezzare “il Poeta del Jazz” sono quelle che si ascoltano in duo con Evans o con Mitchell. Muore a Buffalo il 10 dicembre 2013.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".