Home C'era una volta Kaiser Marshall, l’inventore dell’high hat

Kaiser Marshall, l’inventore dell’high hat

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Il 5 gennaio 1948 muore a New York, il batterista Joseph “Kaiser” Marshall, grande innovatore e protagonista della scuola di New Orleans.

Un abile gioco contrappustistico

Non ha ancora compiuto quarantasei anni, ma nonostante la sua breve vita, lascia un contributo fondamentale all’evoluzione del jazz di quel periodo. A lui si deve la tecnica dell’high hat, un abile gioco contrappuntistico articolato su anticipazioni e ritardi ritmici in grado di produrre uno swing solido e possente, l’ideale per esaltare gli inserimenti dei solisti. Infaticabile predicatore del rinnovamento ritmico si diverte innanzitutto a suonare e dà il meglio di sé in ogni occasione, con i piccoli gruppi come con le grandi orchestre. Negli anni Venti il suo modo particolare di utilizzare i piatti fa rapidamente scuole scuola e nel 1922, a vent’anni, entra a far parte del gruppo di Shrimp Jones. La band è, di fatto, il nucleo fondamentale sulla quale qualche anno dopo viene costruita la grande orchestra di Fletcher Henderson, con la quale Marshall rimane fino al 1929 e registra quelli che verranno considerati i suoi brani migliori come The whiteman stomp, I’m coming Virginia e Come on baby. Nello stesso periodo perfeziona la tecnica dell’high hat ed esalta le capacità solistiche dei grandi musicisti della band di Henderson, in particolare di Hawkins, Harrison e Allen.

L’esperienza in proprio

Al termine dell’esperienza con Fletcher Henderson prova a mettersi in proprio. Forma un’orchestra e non ha difficoltà a trovare scritture nei locali di New York, ma la tentazione dell’esperienza autonoma non dura molto. Chiusa l’avventura si diverte a muoversi tra un numero infinito di band. Non dice mai di no, ma non accetta più impegni di lunga durata. Nel 1937 partecipa a una lunga tournée europea del gruppo di Bobby Martin e al ritorno negli Stati Uniti passa all’orchestra di Edgar Hayes. Qualche tempo dopo lo si ritrova in quella di Wild Bill Davison, ma non si dedica solo alle formazioni più conosciute. Molto richiesto dalle piccole formazioni che negli anni Quaranta Kaiser Marshall non si risparmia. La sua breve ma splendida carriera musicale è ricca di perle preziose tra le quali spiccano le sue esecuzioni con il gruppo di studio di Mezz Mezzrow con il quale registra brani indimenticabili come Tommy’s blues, dedicato al trombettista Tommy Ladnier e, soprattutto, Funky butt, inciso nel 1947, poco tempo prima di morire.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".