Home C'era una volta La scelta sfortunata di Collin Walcott

La scelta sfortunata di Collin Walcott

SHARE

Il 24 aprile 1945 nasce a New York il compositore e polistrumentista Collin Walcott.

Violino, percussioni, sitar e altro

Avviato alla musica dalla madre, pianista classica, studia per due anni il violino e successivamente si dedica, a partire dal 1957, a vari strumenti a percussione. Dal 1967 si avvicina alla musica indiana, ricevendo lezioni di sitar da Ravi Shankar e di tabla da Alla Rakha. Tra il 1967 e il 1969 fa parte come sitarista del gruppo di Tony Scott, partecipando all’incisione di un paio di suoi dischi. Nel frattempo suona anche con Peter Walker, Eric Mercury e Tim Hardin. Nel 1970 suona col Paul Winter Consort e l’anno dopo entra a far parte degli Oregon, insieme a Ralph Towner, Glenn Moore e Paul McCandless e con questo gruppo incide vari dischi.

Una scelta sfortunata

Quando la band si scioglie per la prima volta suona, soprattutto come percussionista e sitarista, con molti solisti, fra cui Dave Liebman, Egberto Gismonti, Nana Vasconcelos. Nel 1978, con Don Cherry e Nanà Vasconcelos dà vita al trio Codona, il cui nome è formato con la prima sillaba dei loro tre nomi. Il gruppo tenta una fusione tra varie culture musicali, in ciò seguendo soprattutto l’estetica di Cherry, ma il peso di Walcott all’interno della formazione appare notevole, soprattutto per la composizione dei temi e per il mood complessivo del gruppo. All’inizio degli anni Ottanta accetta di ridare vita agli Oregon. La scelta si rivela sfortunata perché muore l’8 novembre 1984 in un incidente stradale proprio mentre è in tour con gli Oregon, a Magdeburgo, che allora è nel territorio della Repubblica Democratica Tedesca

 

Previous articleAngela Cracchiolo, anzi Bini, anzi Bi, no… Julie
Next articleWillis Jackson detto Gator, il sassofonista inventore
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".