Home C'era una volta Lawrence Marrero, un banjo che ha fatto storia

Lawrence Marrero, un banjo che ha fatto storia

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Il 24 ottobre 1900 a New Orleans, in Louisiana, nasce il banjoista Lawrence Marrero.  Figlio del mitico contrabbassista Billy Marrero e fratello di Eddie, John e Simon, inizia a suonare da ragazzo con l’aiuto del padre e del fratello maggiore John.

I primi passi con la Camelia Band

Marrero ottiene il suo primo importante ingaggio nel 1919 in seno alla Camelia Band di Wooden Joe Nicholas. Nel 1920 forma la Young Tuxedo Orchestra chiamandovi a far parte Sam Hall, Paul Ben, Louis Cottrell, Paul Barnes, Cie Frazier e il fratello Eddie. Lavora quindi con Chris Kelley fino alla morte del noto cornettista avvenuta nel 1927, e, successivamente, al Lyric Theatre con l’orchestra di John Robichaux. Verso la fine degli anni Venti suona nella Nola Band di Peter Lacaze. Durante gli anni della depressione lavora a fianco di George Lewis e durante il periodo bellico si esibisce regolarmente allo Harmony Inn sempre con la jazz band di Lewis.

Al banjo fino alla fine

Nel 1942 viene ingaggiato da Bunk Johnson, che era appena tornato alla ribalta e che aveva praticamente rilevato la formazione di George Lewis, con la cui jazz-band registra, prima a New Orleans e poi a New York, una lunga serie di dischi in cui ha ampio modo di emergere e di rivelare tutto il suo valore soprattutto come banjoista, dando vita assieme ad Alcide Pavageau e a Baby Dodds a una sezione ritmica che viene citata come modello nell’ambito del New Orleans Revival. Non a caso sarà utilizzata senza modifiche anche da Kid Shots Madison, Wooden Joe Nicholas e, ovviamente, da George Lewis che continuerà ad avvalersene nel corso degli anni Cinquanta sostituendo Baby Dodds con Joe Waltkins. Con la jazz-band di Lewis Marrero suona ininterrottamente fino al 1955 registrando molti altri dischi annoverabili tra i migliori prodotti del New Orleans Revival. Muore il 5 giugno 1959 e nei suoi ultimi anni di vita si esibisce a New Orleans alla testa di un suo gruppo.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".