Home C'era una volta Quando la sfida dei David era tra “Gomorra” e “Il divo”

Quando la sfida dei David era tra “Gomorra” e “Il divo”

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Nella serata dell’8 maggio 2009 alla consegna dei David di Donatello, i più prestigiosi premi del cinema italiano, finisce in parità la sfida all’ultima statuetta tra i film “Gomorra” di Matteo Garrone e “Il Divo” di Paolo Sorrentino.

Da Cannes al David

Anche se alla prima delle due pellicole vanno i riconoscimenti più prestigiosi, cioè quello per il miglior film e quello per la miglior regia, i due film italiani che hanno entusiasmato pubblico e critica a Cannes caratterizzano l’intera cerimonia di consegna di quelli che vengono chiamati gli Oscar del cinema italiano. Tra le statuette consegnate all’Auditorium della Conciliazione di Roma ne raccolgono sette ciascuno lasciando ben poco spazio agli altri concorrenti. Al film di Matteo Garrone sulla camorra, tratto dal libro di Roberto Saviano, vanno oltre a quello per il miglior film e quello per la miglior regia anche i premi per la miglior produzione, miglior sceneggiatura, miglior canzone, e miglior fonico di presa diretta e montaggio. Il film di Paolo Sorrentino aggiudica invece i David per il miglior attore protagonista, per la miglior attrice non protagonista, per il direttore della fotografia, il miglior musicista, il trucco, le acconciature e gli effetti speciali visivi.

Il poco che resta

Il poco che resta è distribuito tra vari lavori. Il premio per la miglior attrice protagonista va alla giovane Alba Rohrwacherper, interprete del “Il papà di Giovanna” di Pupi Avati, mentre come miglior attore non protagonista il riconoscimento va a Giuseppe Battiston per “Non pensarci” di Gianni Zanasi. I premi per le scenografie e i costumi vengono vinti da “I Demoni di San Pietroburgo” di Giuliano Montaldo. Quello per il miglior regista esordiente è assegnato a Gianni Di Gregorio per il film “Pranzo di Ferragosto”. Il David giovani va a “Si può fare” di Giulio Manfredonia. Il titolo di miglior film dell’Unione Europea va al trionfatore degli Oscar “The Millionaire”, di Danny Boyle, mentre come miglior film straniero vince “Gran Torino” di Clint Eastwood.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".