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RSI: per definirsi tale oggi deve avere a che fare con il “verde”

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Responsabilità sociale d'impresa

Prima di iniziare a leggere questo articolo armatevi di carta e penna e segnatevi su un foglio la parola d’ordine del 2021, 2022, 2023 e via dicendo, ovverosia green. Green è la parola d’ordine che non solo noi cittadini dobbiamo memorizzare ma che anche le piccole, medie e grandi imprese devono memorizzare. Perché mai? Perché se tutti terranno a mente quanto è importante rispettare la natura sarà poi possibile dare un senso a questa parola compiendo azioni virtuose in suo nome. Partiamo con il dire qualcosa su ciò che possiamo fare noi cittadini per la natura. Nel nostro piccolo noi già oggi possiamo fare la differenza grazie a semplici gesti, come ad esempio non lasciare che l’acqua del rubinetto scorra invano se non utilizzata, non gettare plastica un po’ ovunque dove capita e, perché no, acquistare capi di abbigliamento ecosostenibili. E le imprese invece? Le imprese o le aziende (considereremo i due termini quali perfetti sinonimi), non importa in quale settore operino, hanno una grande responsabilità nel momento in cui sono impegnate nei processi produttivi; in particolare i processi produttivi di cui sono assolute protagoniste possono modificare e impattare in maniera più o meno significativa sull’ecosistema circostante. Grande responsabilità si diceva poco sopra; un tempo con grande responsabilità si faceva riferimento alla responsabilità sociale d’impresa, o RSI, che aveva poco a che fare con il green. L’RSI fino a 10 anni fa era semplice creazione di valore mediante trasparenza, qualità e volontarietà. Oggi, come vedremo, non è più così (per fortuna).

Non solo natura e giornate dedicate alla Terra!

Se fino a poco tempo fa la RSI, ossia la responsabilità sociale d’impresa, era nient’altro che un insieme di azioni virtuose compiute dalle aziende che avevano quale scopo ultimo solamente quello di tutelare i propri impiegati e le loro famiglie, oggi, come si diceva, non è più così, o, meglio, non è solo così. Ogni azienda per definirsi responsabile, e dunque virtuosa, deve innanzitutto intraprendere un percorso green che interessi la quasi totalità degli aspetti relativi alla sua filiera produttiva, dalla supply-chain alle operations passando per la logistica. Molto spesso quando si parla di green di solito vengono in mente il rispetto della natura e manifestazioni di carattere mondiale come le famose Giornate della Terra che si svolgono il giorno 22 aprile di ogni anno. Bene, tuttavia il concetto è molto più ampio e va a toccare molti più ambiti tra cui: economia verde, sviluppo sostenibile, trasporti verdi, politiche verdi e lavori verdi. E tutti questi ambiti hanno a che fare proprio con le aziende e con il rapporto che sono in grado di instaurare con l’ambiente circostante.

Alcune azioni virtuose a livello aziendale da conoscere assolutamente

Per fortuna da qualche anno a questa parte esistono molte aziende che non solo si sono “convertite” al green, ma che hanno anche convertito il 100% della loro produzione avendo un occhio di riguardo per la sostenibilità e per la preservazione degli ecosistemi. Facciamo i nomi di alcune di queste perché è importante riconoscerne i meriti: Ikea, Levissima e CartOrange. Il colosso svedese specializzato nella vendita di mobili e complementi d’arredo ha abbracciato con entusiasmo la filosofia green installando pannelli fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture e ciò gli ha permesso di rendersi indipendente dal punto di vista energetico. L’azienda produttrice di acqua minerale più famosa d’Italia collabora invece con Legambiente all’iniziativa Plastic Free; l’obiettivo finale è quello di ridurre il numero di bottigliette di plastica in circolazione che, dopo essere state utilizzate, vengono prontamente riciclate. Infine, la famosa azienda italiana di consulenti di viaggio pianta un albero di cacao in Camerun ogni cliente che sceglie di avere a che fare con lei. Così facendo dà una mano concreta all’ambiente rinnovandolo. Sul sito Tredoom è possibile prendere visione degli alberi piantati e rendersi conto di come certe volte basti veramente poco per diventare una “responsabile eccellenza” nel proprio settore d’appartenenza puntando sul green. RSI e green, come abbiamo avuto modo di vedere menzionando l’operato di queste 3 aziende, possono e devono coesistere. Diversamente il futuro prossimo non sarà verde speranza quanto nero come la pece per noi e soprattutto per le generazioni che verranno dopo di noi. Meglio dunque ripetersi ancora una volta ricordandovi di segnare su un foglio la parola d’ordine del 2021, 2022, 2023 e via dicendo, ovverosia green.