Home C'era una volta Junior Cook dal rock and roll al jazz

Junior Cook dal rock and roll al jazz

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Il 22 luglio 1934 nasce a Pensacola, in Florida, il sassofonista Herman Cook jr più conosciuto con il nome di Junior Cook.

Figlio d’arte

Nato in una famiglia di musicisti con il padre e il fratello maggiore che suonano la tromba si ritrova quasi obbligato a seguirne le orme già durante gli studi scolastici nei quali si dedica all’alto sax, abbandonato più tardi per il tenore. Gli inizi non sono però nel jazz. Mentre si esibisce in uno spettacolo di rock’n’ roll a Washington viene notato da Horace Silver che sale sul palco insieme a Lou Donaldson coinvolgendolo in una entusiasmante jam. Impressionato dalla maniera di suonare del sassofonista invita Herman per una settimana a suonare con il suo gruppo in sostituzione di Clifford Jordan,. Da giugno a dicembre 1957 suona con la bassista Gloria Bell e l’anno successivo viene scritturato per due mesi da Dizzy Gillespie e da Silver dal maggio 1958 al 1964.

L’insegnamento di Silver

Quello tra i Cinquanta e i Sessanta è un periodo formativo assai importante per il sassofonista che ha modo di suonare con musicisti come Blue Mitchell, Ron Matthews, Dolo Coker, Gene Taylor, Ray Brooks e, soprattutto, con Silver che lo aiuta non poco a crearsi uno stile originale, lontano dai modelli prescelti – Wardell Gray, Sonny Rollins, Sonny Stitt – spingendolo a studiare molti altri sax come John Coltrane, Hank Mobley, Frank Foster e a liberarsi poi dalla tentazione di imitarli. Dopo aver lasciato Silver, Cook suona con Blue Mitchell fino al 1969. L’anno dopo diviene insegnante al Berklee College di Boston. Dal 1973 al 1975 suona con Freddie Hubbard e con Elvin Jones. Tra il 1975 e il 1976 dirige una formazione insieme a Louis Hayes. Tra le numeose incisioni spiccano quelle con Silver, Kenny Burrell, Freddie Hubbard, Blue Mitchell, Barry Harris e Don Patterson. Muore il 3 febbraio 1992.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".