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Carbonio, e se si potesse catturare dall’aria?

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E se, oltre a ridurre le emissioni di gas serra, si potesse catturare dal cielo il carbonio? Questa è la domanda che ha spinto Marc Gunther, un autore e redattore di Fortune magazine, a scrivere l’e-book ‘Suck It Up’.

Suck It Up, un estratto sulla storia della start-up ‘Kilimanjaro Energy’

Di seguito è riportato un estratto dal libro sulla storia della start-up ‘Kilimanjaro Energy’, una società privata che sta cercando di risolvere l’equazione di estrazione di carbonio. Lavorando al Los Alamos National Laboratory nel corso degli anni 1990, Klaus Lackner ha avuto la possibilità di interessarsi a numerosi settori: dal comportamento di esplosivi ad alto potenziale alla fusione nucleare, senza contare la sua esperienza nel funzionamento dei sistemi di macchine autoreplicanti. Ad un certo punto, ha rivolto la sua attenzione alla tecnologia utilizzata per catturare CO2 dalle ciminiere di centrali a carbone (tecnologia in cui il governo americano ha investito miliardi di dollari, con pochissimi risultati, ndr). Cominciò, dunque, a chiedersi se avesse senso eliminare la CO2 dall’atmosfera. Così, quando sua figlia Claire gli chiese: “Perché non si puo’ catturare CO2 dall’aria?” cominciò senza tregua a studiare questo problema.

Claire, l’esperimento della figlia

Gli ingegneri chimici sanno che l’idrossido di sodio, una base caustica nota anche come soda caustica, si lega con la CO2, un acido, per fare carbonati. Questo è fondamentalmente il modo nel quale la CO2 viene rimossa dall’aria, lo stesso modo che si usa per respirare nei sommergibili o nelle navi spaziali. Claire, la figlia di Lackner, dedicatasi anche lei al progetto del padre, ha compiuto l’esperimento riempiendo una provetta con una soluzione di idrossido di sodio, ha acquistato una pompa da un acquario presso un negozio di animali per pompare aria attraverso la provetta tutta la notte. Il giorno successivo, alcune molecole di idrossido di sodio avevano assorbito CO2, creando una soluzione di carbonato di sodio.”Mi ha sorpreso che sia riuscita in maniera cosi’ semplice ad assorbire CO2 ,” ricorda Lackner ” tanto che mi ha convito che la sottrazione di CO2 dall’aria potrebbe essere più facile di quanto pensassi.”

 

L’ispirazione di Lackner

Debitamente ispirato, Lackner è partito con la missione di progettare una macchina per estrarre CO2 dall’aria. Questa sembrerebbe essere di primo acchito molto più difficile che raccogliere l’anidride carbonica dalle ciminiere di centrali elettriche che bruciano carbone o gas naturale, dove le concentrazioni di CO2 sono circa il 12 per cento (per il carbone) o 4 per cento (per il gas naturale). Nell’aria meno dello 0,04 percento è CO2. Eppure, in una presentazione denominata “L’edell’strazione anidride carbonica direttamente dall’aria” con Hans-Joachim Ziock, un collega a Los Alamos, e il compianto Patrick Grimes, un esperto in processi chimici, Lackner è riuscito a dimostrare il ruolo importante di questo processo: mentre può essere economicamente vantaggioso per raccogliere il biossido di carbonio a fonti concentrate senza mai farla entrare nell’atmosfera, questo approccio non è disponibile per le numerose fonti diffuse di anidride carbonica. Allo stesso modo, per molti vecchi impianti un retrofit per raccogliere l’anidride carbonica è impossibile o eccessivamente onerosa. In tali casi è necessario vagliare la possibilità di raccogliere il biossido di carbonio direttamente dall’atmosfera. Concludendo si può senza dubbio affermare che non vi sono ostacoli fondamentali in questo procedimento che merita ulteriori indagini.

Uno strumento importante nella lotta contro l’inquinamento atmosferico

Quando il progetto fu presentato era il 1999. “Grazie alla genialità del TSL e Klaus Lackner, il mondo può, prima o poi, avere uno strumento importante nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.” Nel 2008, Wright è stato sostituito come CEO da William “Billy” Gridley, un investitore in azienda e un ex direttore delegato di Goldman Sachs. Due anni più tardi, ancora una volta imperniato GRT. L’azienda si trasferisce a San Francisco, rinominandosi ‘Kilimanjaro Energy‘, con un nuovo CEO, Nathaniel “Ned” David, un imprenditore. Il nuovo nome della società rispecchia il suo obiettivo: raccogliere CO2 dall’atmosfera e usarlo per fare carburanti per il trasporto con un impatto ambientale molto più basso di benzina o diesel. “Stiamo cercando di produrre carburanti, e contemporaneamente di salvare le nevi del Kilimangiaro”, ha detto David. Naturalmente, l’azienda Kilimanjaro prima deve risolvere i problemi tecnologici associati con l’acquisizione di aria. Non sono certamente banali. La tecnologia dell’azienda deve ancora uscire dal laboratorio: David e il suo staff di meno di una dozzina di persone sono attualmente impegnati nella progettazione di macchine che saranno esposte al vento e alle correnti per catturare CO2 dall’aria. “Noi – ha dichiarato David – siamo fiduciosi, ispirati dalla voglia infinita di contribuire a migliorare le condizioni di vita della nostra terra, risolveremo questi ultimi problemi e avremo la certezza di aver fatto cio’ per cui siamo nati!”.

da Fortune Magazine