Home News Il problema della spazzatura non è la plastica, ma l’apatia

Il problema della spazzatura non è la plastica, ma l’apatia

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Lewis Pugh, nuotatore, difensore degli Oceani e attivista delle Nazioni Unite parla sul sito medium.com/@UNEP e racconta il suo punto di vista riguardo ad uno dei problemi più urgenti che affliggono l’umanità: l’invasione della spazzatura.

Spazzatura e rifiuti sulla spiaggia di Versova (Mumbai)

“…Mi sono fermato in un mare di rifiuti. Tutto intorno a me solo sacchetti di plastica, avvolti intorno a bottiglie, incastrate tra contenitori per il latte, sassi  e scarti di abbigliamento. Mi sono chinato e ho visto i più piccoli dettagli – mozziconi di sigarette e accendini, tappi di bottiglia, serpenti di corda e cannucce. 

Ho fatto uno sforzo per ricordare a me stesso come era una volta la spiaggia e se esisteva davvero la sabbia sotto questo fango in cui mi trovavo. Una cosa era guardare una foto comodamente da casa, un’altra essere sulla spiaggia di Versova a Mumbai e pensare di affrontare l’enorme volume di rifiuti.

Da dove iniziare?

In lotta contro la spazzatura

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Lewis si trova in compagnia di Afroz Shah, avvocato e cittadino fondatore di una iniziativa apparentemente gigantesca, quella di voler pulire la più grande spiaggia invasa di rifiuti della storia. Invitato a Mumbai per unirsi a 300 volontari, Lewis ha messo in programma 8 ore di ogni fine settimana per 44 settimane consecutive, per affrontare ed eliminare la spazzatura dalla spiaggia.

“Ho incontrato alcune persone eccezionali nel mio lavoro, ma Afroz è veramente straordinario…. l’ho visto ispirare ogni singola persona incontrata sulla spiaggia, persone provenienti da tutti i ceti sociali, giovani e vecchi, starlette di Bollywood e camionisti, pescatori e avvocati di alta corte, abitanti dei quartieri poveri e studenti di cinema, scolari e insegnanti e molte, molte madri.”

Versova è a soli due chilometri da Bollywood, un luogo che degrada verso la collina tra gli studi cinematografici e il mare dove si trova il villaggio di pescatori Koli.

“…Un bambino scende dalla baraccopoli per aiutare. Qualcuno gli porge un paio di guanti… a piedi nudi nella sporcizia… nel frattempo io ho raccolto 673 scarpe rotte senza fare più di dieci passi… tra le mangrovie sulla sua riva opposta e tra le barche da pesca, pile e pile di rifiuti.”

Più plastica che pesce

Lewis ha parlato con due pescatori che vivono da sempre in prossimità del torrente. Da giovani nuotavano attraverso le paludi di mangrovie, raccoglievano frutta e la mangiavano seduti sulla sabbia. Ricordano che era del colore dell’oro. Vent’anni fa bastava un’ora di pesca in quel torrente per sostenere una famiglia intera e ora i pescatori non lasciano più nuotare i bambini in quell’acqua. Ogni mattina prendono le barche e si avventurano più lontano verso il mare e si ritengono fortunati se riescono a tornare prima del buio con il pesce sufficiente a sostenerli.

Purtroppo è solo quando ci troviamo faccia a faccia con le conseguenze delle nostre azioni che cominciamo a fare i conti con la causa: “non dobbiamo più permettere che i nostri rifiuti arrivino al mare e dobbiamo iniziare con ciò che troviamo ai nostri piedi.”

La spazzatura invade il mondo

I residenti volontari di Versova hanno così ripulito la spiaggia e sperano nella nascita di movimenti simili in tutto il Sud e Sud-Est asiatico perchè l‘impatto dell’inquinamento marino è ormai devastante, sta distruggendo l’ambiente e le risorse naturali e, non per ultimo, secondo il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, costa all’economia mondiale ben $ 8 miliardi ogni anno.

“Per fermare la spazzatura – aggiunge Lewis – abbiamo bisogno di una marea di persone in azione. Abbiamo bisogno del sostegno dei governi, delle aziende, delle scuole e dei mezzi di comunicazione. Abbiamo bisogno di paesi come l’India che possiede la tecnologia per spedire un satellite in orbita attorno a Marte e la più grande industria cinematografica del mondo, che voglia concentrarsi non solo sulle stelle, ma anche su ciò che sta ai loro piedi.”

L’India, con una popolazione di 1,3 miliardi, è arrivata a questo punto dopo anni di apatia affiancata a quel boom economico che ha fatto esplodere in tutto il mondo l’uso indiscriminato della plastica.

La gente di Mumbai sta prendendo lentamente coscienza del problema e sta iniziando ad affrontare la questione. Il loro governo dovrò per forza diventare un esempio per il resto del mondo. E se sarà così, un giorno,  Afroz ei suoi amici non cammineranno più sulla spiaggia per raccogliere i rifiuti, ma andranno lì per lasciare impronte sulla sabbia dorata.

 

Foto: Yusuf Shaikh e Michael Booth per il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite