Home C'era una volta Inizia il calvario di Jackie Wilson

Inizia il calvario di Jackie Wilson

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Il 29 settembre 1975 il Latin Casino di Cherry Hill nel New Jersey è affollato da un pubblico caloroso e attento. Sul palco c’è il soulman Jackie Wilson, un artista dalla presenza magnetica, che conosce bene l’arte di affascinare l’uditorio con il suo passo dinoccolato, le sigarette che si susseguono una dopo l’altra, le canzoni eseguite con voce calda e potente inframmezzate da battute.

Un calvario lungo nove anni

Inaspettatamente Wilson cantante barcolla, incespica come se avesse incontrato un ostacolo invisibile, annaspa nell’aria e cade a terra battendo violentemente la testa contro il cordolo che delimita l’esterno del palco. Il suo corpo non si muove più. I soccorsi sono tempestivi. Arriva un’ambulanza che lo trasporta rapidamente al più vicino ospedale. I medici del Pronto Soccorso accertano che è stato colpito da un attacco cardiaco di lieve entità, ma non è il cuore il problema. Quello che li preoccupa è la testa. Nell’urto contro il cordolo il cantante ha, infatti, riportato gravissime lesioni al cervello cui non si può porre alcun rimedio. Riusciranno a risvegliarlo dal coma, ma non riusciranno più a ridargli una vita. Passerà nove anni in uno stato vegetativo, senza più comunicare con il mondo, prima di morire il 21 gennaio 1984. Si consuma così la triste fine di uno dei più esplosivi interpreti del soul statunitense, amato alla follia dal suo pubblico che gli perdona tutto: gli eccessi, la passione per le donne e per la droga e gli inevitabili e frequenti guai con la giustizia.

Sopravvissuto a uno sparo

Ex pugile di successo, vincitore nel 1950 del Golden Glove per il miglior atleta nella categoria dei pesi welters, ama il canto e si esibisce in concerto con gruppi come gli 29. Nel 1951 ottiene il suo primo contratto discografico come solista e registra per la Dee Dee Records, l’etichetta di Dizzy Gillespie, alcune canzoni tra le quali figura anche Danny boy, destinata a diventare uno dei suoi cavalli di battaglia. Nello stesso anno partecipa a una gara di giovani talenti organizzata da Johnny Otis al Paradise Theatre di Detroit e viene notato da Billy Ward, il leader dei Dominoes che nel 1952 gli propone di unirsi al suo gruppo. Jackie accetta e poco tempo dopo prende il posto del cantante solista Clyde McPhatter. Nel 1957 debutta come solista con Reet petite, un brano scritto da Berry Gordy jr. e da Billy Davis. È il primo di una lunga serie di successi che lo inseriscono di diritto tra i protagonisti dell’esplosione del soul ‘n’ roll nero. Al momento dell’incidente ha trentanove anni e non è la prima volta che si trova a rischiare la vita su un palcoscenico. Già in passato la leggendaria esuberanza delle sue ammiratrici per poco non gli è stata fatale. Era accaduto nel 1961 quando una fan, in preda a una violenta crisi isterica, gli aveva sparato a bruciapelo ferendolo gravemente. Jackie Wilson aveva potuto riprendere l’attività solo dopo una lunga degenza in ospedale.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".