L’8 giugno 1953 a Skewen, nel Galles, nasce la cantante Bonnie Tyler, registrata all’anagrafe con il nome di Gaynor Hopkins, una delle voci più riconoscibili e potenti della musica rock e pop.

Da Sherene a Bonnie

Dopo aver cantato in club come lo Swansea con i Bobby Wade and The Dixies e, più tardi, come solista con il nome di Sherene, scoperta da Ron Scott e Steve Wolfe debutta nel 1976 con il singolo Lost in France seguito da More Than a Lover l’anno dopo. È con la ballata It’s a Heartache che Bonnie Tyler nel 1977 conquista le classifiche mondiali. Negli anni Ottanta tocca l’apice della sua carriera. Dalla collaborazione con il leggendario produttore e compositore Jim Steinman nascono alcuni dei suoi brani più iconici.

Total Eclipse of the Heart

Nel 1983 pubblica l’album Faster Than the Speed of Night con il brano Total Eclipse of the Heart che, pubblicato anche in singolo, diventa un successo planetario. Nello stesso periodo, partecipa alla colonna sonora del film “Footloose” con la grintosa Holding Out for a Hero, un altro brano scritto da Steinman che diventa immediatamente un classico da discoteca. Con il passare del tempo, lasciatisi alle spalle i trionfi degli anni d’oro, Bonnie Tyler continua a registrare brani e a esibirsi con regolarità. Nel 2013 rappresenta il Regno Unito all’Eurovision Song Contest con la canzone Believe in Me. Nel corso degli anni esplora diversi generi senza rinunciare alla propria inconfondibile impronta vocale. Con una carriera che abbraccia oltre cinque decadi, Bonnie Tyler rimane un’icona musicale per generazioni di fan in tutto il mondo.

Previous articleZbigniew Seifert, il jazzista polacco che si ispirava a Coltrane
Next articleGösta Theselius, il visionario del jazz svedese
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".