Home C'era una volta Warne Marsh, un sax innovativo e affascinante

Warne Marsh, un sax innovativo e affascinante

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Il 26 ottobre 1927 a Los Angeles, in California, nasce il sassofonista Warne Marsh, il cui nome completo è Warne Marion Marsh

A sei anni i primi studi

Marsh inizia a sei anni a studiare piano per poi dedicarsi alla fisarmonica, al clarinetto, all’alto e passare poi definitivamente al tenore su consiglio di un maestro della high school. Per qualche tempo prende lezioni da Corky Corcoran, il solista di Harry James, e il suo ispiratore è Tex Beneke, ma con l’esplosione del bop ha occasione di ascoltare Lester Young e Charlie Parker e la sua scelta è fatta. Esordisce professionalmente nel 1944 con gli Hollywood Canteen Kids e l’anno seguente suona con gli Hoagy Carmichael’s Teenagers. Durante il servizio militare, prestato tra il 1946 e il 1947, incontra Lennie Tristano. Dopo il congedo viene scritturato da Buddy Rich con il quale va in tournée per quattro mesi. Nell’ottobre 1948 si trasferisce a New York e, tramite Don Ferrara, entra nel ristretto gruppo di allievi di Lennie Tristano adattandosi anche a lavori non musicali pur di frequentare una scuola di cui avverte l’importanza. Conosce Lee Konitz, Bill Bauer, Sal Mosca e il suo stile si stabilizza. Il gruppo lavora alacremente per proporre una musica diversa dal bop, rinnovata nei temi, nuovi ma basati su armonie di brani celebri, liberata dalla incombenza del ritmo, che non viene rifiutato ma posto in secondo piano, impreziosita dalla ricerca di una sonorità più sofisticata.

Una pietra miliare

Nel 1949, con Tristano, Konitz, Arnold Fishkin, Shelly Manne, partecipa alla registrazione di Wow, Crosscurrent, Yesterday, Marionette, Sax Of a kind, Intuition e Digression per la Capitol che consacrano definitivamente Tristano e allo stesso tempo pongono su un piano di eccellenza Marsh e gli altri solisti. I brani sono capolavori e, soprattutto Intuition e Digression, incisi senza batteria, talmente in anticipo sui tempi che dovranno trascorrere una quindicina di anni prima che i critici si rendano conto che si tratta dei primi esperimenti di free jazz della storta del jazz. I musicisti, infatti, improvvisano in piena libertà, senza giro armonico fisso e senza base ritmica. Eppure, stranamente, la stella di Tristano declina, finiscono le scritture e il pianista si dedica per molti anni all’insegnamento mentre i suoi allievi si sbandano. Marsh torna sulla West Coast ove forma un quintetto con Ted Brown, l’ex commilitone che per primo gli aveva parlato di Tristano, con Jeff Morton, con Ronnie Ball e con Ben Tucker. La permanenza in California giova a Marsh che ristabilisce con il contatto con il pubblico e con il jazz californiano. Nonostante il crescente successo commerciale, però, torna a New York per rendersi conto di che cosa sia in realtà lo hard bop che ha avuto modo di ascoltare da Horace Silver. A partire dagli anni Sessanta torna sulla costa occidentale dedicandosi per diverso tempo all’insegnamento, non rinunciando mai a suonare. Musicista di grande sensibilità e raffinatezza, è comunemente ritenuto una controfigura di Lee Konitz del quale ricorda la sonorità, ma è questo un luogo comune del tutto infondato perché, semmai, è stato l’influsso di Tristano e certi richiami alla musica dotta che hanno indirizzato in quel senso il suono di Marsh la cui maniera di improvvisare è sostanzialmente molto diversa da quella di Konitz. Muore a North Hollywood il 18 dicembre 1987.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".