Home C'era una volta Johnny Rivers, il rocker che aprì a Monterey

Johnny Rivers, il rocker che aprì a Monterey

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Il 7 novembre 1942 nasce a New York Johnny Rivers, registrato all’anagrafe come John Ramistella, uno dei più longevi rocker bianchi della storia.

L’incontro con Alan Freed

Cresciuto a Baton Rouge in Louisiana, dove si trasferisce con i genitori all’età di tre anni, respira la musica nera e suona dove e come può. La sua vita cambia alla fine degli anni Cinquanta quando incontra Alan Freed, il disc jockey considerato uno degli artefici del successo del rock ‘n’ roll. È proprio Alan a imporgli il nome d’arte di Johnny Rivers e ad aprirgli le porte dello showbusiness. Dopo aver suonato nel celebre Wisky a go-go di Los Angeles, Johnny diventa uno dei personaggi più famosi del mondo musicale statunitense come cantante, pianista, autore e anche come talent scout.

Il grande successo

Dal 1963 alla fine degli anni Settanta vende più di venticinque milioni di dischi nel mondo e alla fine degli anni Sessanta fonda una propria casa discografica, la Soul City, che, tra gli altri, porta al successo artisti come i Fifth Dimension e autori come Jim Webb. Nel pomeriggio del 16 giugno 1967 tocca proprio a Johnny Rivers insieme a Lou Rawls il compito di aprire il leggendario Monterey Pop Festival. Nel 1968 la sua Ode to John Lee Hooker ottiene un successo strepitoso in tutto il mondo. Il 12 giugno 2009, Johnny Rivers viene inserito nella Louisiana Music Hall of Fame. Il 9 aprile 2017 accompagnandosi con la chitarra acustica suona al funerale di Chuck Berry.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".